giovedì 26 ottobre 2017

Via dei Gordiani ai tempi di Mario Monicelli.

VIA DEI GORDIANI - clicca sull'immagine per ingrandire
Questa foto è tratta dal film "I nuovi mostri" di Mario Monicelli. Il film è datato 1977 ed in questa scena (una delle prime) vediamo, vestito di nero, l'attore Paolo Baroni "il pretino" assistente del Monsignore (vestito di rosso in foto) Vittorio Gassman.

A sinistra nella foto è possibile vedere delle baracche (probabilmente le ultime rimaste della Borgata Gordiani, di cui abbiamo avuto modo di parlare qui). In primo piano, sempre a sinistra, dei bambini forse residenti proprio in quelle baracche. 

La strada, semi asfaltata che parte dalla destra della foto per raggiungere il centro è l'attuale via dei Gordiani. Confrontando con la foto n. 2 è possibile vedere come sia stata allargata rispetto all'originaria forma. Effettivamente questa via ragliava praticamente in due la Borgata ed era molto stretta vedi foto n. 1. 

Sulla destra, segnato con il numero 3 in rosso, c'è la fine del lungo muraglione che oggi recinta i campi di calcio del San Lorenzo e del Cisco, ma all'epoca doveva servire come confine della borgata stessa (se presente), o probabilmente è stato eretto successivamente.

Sullo sfondo, in bella vista, il costruendo quartiere di Villa de Sanctis, all'epoca Casilino 23 (dal nome del Piano di Zona). 

Nell'ultima foto ho effettuato un montaggio tra la foto tratta dal film e la foto 2. Il risultato è la posizione esatta della scena del film, nell'ambientazione odierna a confronto con quella di allora (1977) laddove metà della strada era praticamente sterrata, al posto dei capannoni della metro C sorgevano prati e qualche baracca, ed il quartiere di Villa de Sanctis era praticamente inesistente.



FOTO 1 - clicca sulla foto per ingrandire

FOTO 2 - clicca sull'immagine per ingrandire

FOTO 3 - clicca sull'immagine per ingrandire
Il 1977 fu un anno assai turbolento per Roma: erano gli anni di piombo, le Brigate Rosse gambizzarono (spararono alle ginocchia) di molti politici, giornalisti e magistrati, ma erano anche anni di grande attenzione alle masse popolari ed alle periferie romane. Basti pensare che fu l'anno di inizio dell'Estate Romana che, come riporta Wikipedia, è "una celebre manifestazione culturale organizzata dal comune di Roma in diversi luoghi monumentali della capitale a partire, appunto, dal 1977. Tale progetto ebbe vita durante le giunte di sinistra di Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli, sotto la guida dell'architetto Renato Nicolini, all'epoca assessore alla Cultura. L'allestimento di grandi eventi cinematografici, teatrali e musicali nel centro storico di una grande città ottiene sin dalla prima edizione un grandissimo successo, tanto da trasformarsi in fenomeno di costume: negli anni ottanta gli eventi dell'Estate Romana vengono emulati in numerose città, stimolando un dibattito culturale internazionale sulle modalità di intervento delle amministrazioni pubbliche nella promozione di eventi culturali destinati al grande pubblico. La manifestazione viene ideata dall'architetto Renato Nicolini, assessore alla cultura della giunta comunista di Giulio Carlo Argan, nell'intento di indurre i cittadini romani a usufruire degli spazi pubblici della metropoli in risposta all'emarginazione delle periferie prendendo spunto dall'enorme domanda di convivialità e richiesta di cultura, dai “nuovi bisogni” provenienti dal basso che avevano trovato espressione nell'adesione di massa (150 mila persone) al festival del proletariato giovanile (organizzato dalla rivista Re nudo) tenutosi al parco Lambro di Milano l'anno precedente. In molti quartieri della città venivano organizzati autonomamente eventi del genere che raccoglievano una grande adesione popolare. L'estate romana ruppe il diaframma dei ghetti urbani aprendo il centro storico della città alle periferie. La politica culturale promossa da Nicolini andava in controtendenza con una storica abitudine italiana di forte accentramento della cultura e di divisione classista dell'accesso al sapere, di tradizionale appannaggio delle élite".

Non stupisce, dunque, come Mario Monicelli, regista sensibile ed attento ai temi della romanità più popolare, avesse voluto aprire questo film ambientandolo sullo sfondo di una zona che stava trasformandosi da borgata degradata a periferia residenziale. 

Nessun commento:

Posta un commento