mercoledì 23 febbraio 2022

Forse non sai che a Villa de Sanctis si faceva a duello: Cavallotti vs Macola a Villa Cellere.

L'appuntamento è alle 14. In punto.

Due ore prima, in una casa del Rione Sant'Eustachio, un uomo di 56 anni, sta ultimando il suo leggerissimo pasto. Porta alla bocca, con un cucchiaio d'argento, del brodo preparatogli dai domestici. I suoi due figli siedono con lui a tavola. Questa è imbandita come nei giorni di festa: tovaglia bianca con bordature ricamate, tovaglioli di stoffa piegati a triangolo, posate d'argento, calici di cristallo. A tavola un vino rosso e una brocca d'acqua. 

Quell'uomo sta mangiando lentamente, più del solito. Mentre porta alla bocca il cucchiaio fumante di brodo bollente, non si accorge che i suoi baffi si stanno bagnando e sgocciolano. Fumano anch'essi. Il suo sguardo è perso nel vuoto. Uno dei figli ha notato che sta guardando la libreria di fronte: è un moblie antico, pieno di libri e lì, da qualche parte, campeggia una foto di Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi. 

Finito il pasto alle 12.45, l'uomo da ordine ai suoi camerieri di preparare la carrozza e i cavalli. Lui va a, vestirsi: una camicia bianchissima ed inamidata, poi giacca nera, pantaloni e gilet, anch'essi neri. Alla cravatta è appuntato uno spillone, i capelli sono corti e già ben pettinati. Sulla testa un cappello a cilindro. Le scarpe sono stringate. 

Impugnato il bastone, l'uomo è pronto ad uscire. Dopo aver baciato i suoi due figli, esce di casa e, dopo aver guardato in alto la finestra di casa, sale in carozza diretto a Villa Cellere. Una villa fuori Porta Maggiore dove i nobili del tempo si danno appuntamento. Oggi al suo posto c'è un supermercato che serve il quartiere Villa de Sanctis.

Quell'uomo è Felice Cavallotti, deputato del regno d'Italia, e ancora non sa che sta andando incontro alla sua morte. 

L'appuntamento è alle 14. In punto. A Villa Cellere lo aspetta il conte Ferruccio Macola per quello che non dovrebbe essere un duello all'ultimo sangue. Sì, perché all'epoca i duelli erano tollerati, ma se all'ultimo sangue, erano considerati omicidio, con tutte le attuenanti dell'onore però.

Felice Cavallotti ha già affrontato 35 duelli, per questo si sente sicuro di poter affrontare e vincere il Macola, di circa 20 anni più giovane di lui e che egli aveva tacciato di mentitore, responsabile di avere pubblicato una notizia non verificata relativa a una querela che egli aveva ricevuto come deputato ed al quale ha dato appuntamento per oggi, domenica 6 marzo 1898 a Villa Cellere. 

All'epoca il codice dell'onore era qualcosa di più di una semplice pittoresca usanza.

Villa Cellere era una villa liberty che si trovava al civico 769 di Via Casilina. Ne ho già parlato qui ed apparteneva ai fratelli Del Grande, proprietari di una vasta tenuta agricola in zona. Villa de Sanctis ancora non esisteva, o forse c'era, ma non corrispondeva al nome del quartiere residenziale odierno, bensì ad una villa di alcuni tenutari della zona.

La Villa Cellere, che oggi non esiste più, al suo posto un supermercato, doveva apparire così: un grande giardino attrezzato, dove durante la bella stagione era possibile consumare la prima colazione; puer essendo definita liberty, non doveva essere un trionfo di lusso. Si trattava pur sempre di una villa fuori porta e a presidio di una tenuta agricola. Una facciata probabilmente cadente, un tetto spiovente a tegole, persiane forse consumate dal tempo, l'unico vero tratto liberty (come si può evincere dalle litografie) l'ingresso, o il portale: un arco medievaleggiante, con in chiave di volta, forse, lo stemma dei Del Grande. Ai lati, su due basamenti stanno delle magnifiche colonne con capitello corinzio che sorreggevano le mensole che, a loro volta, reggevano il balcone del piano nobile, che coronava l'ingresso.

Sicuramente la facciata era decorata di piante rampicanti che, essendo in marzo, stavano fiorendo donando colore a tutta la struttura. 

Quel giorno, a fare gli onori di casa è la contessa Cellere. Macola indossa una camicia liscia, Cavallotti ne porta una inamidata. I padrini eccepiscono che non c'e' "par condicio", perché l'amido del deputato Cavallotti può fungere da ostacolo alla lama, quasi una sorta di giubbotto antiproiettile. Si corre ai ripari e si chiede alla propietaria della villa, se per caso non ha una camicia rigida. La camicia viene trovata e Cavallotti la indossa. 

Bene. Ora è davvero tutto pronto. Il duello può avere inizio. Si svolgerà secondo i dettami dell’epoca: sciabola affilata, uso del guanto e soprattutto senza esclusione di colpi.

Cavallotti inizia bene, ma Macola è più svelto: con una puntata alla bocca, recide la carotide del Cavallotti che morirà poco dopo. Alle 15.30, soffocato dal suo stesso sangue. 

FELICE CAVALLOTTI UCCISO IN DUELLO, titolerà il Messaggero il giorno dopo e gli strilloni lo grideranno per la città. 85 anni dopo, laddove il sangue del Cavallotti aveva bagnato la terra, sorgerà il quartiere Villa de Sanctis.


 

 

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